Liberalizzazione delle concessioni Wi-Fi

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Dal primo gennaio ci si potrà collegare liberamente alla rete Wi-Fi, senza le restrizioni introdotte cinque anni fa dall’art. 7 del decreto Pisanu. Entro la fine dell’anno il Governo dovrà determinare quali strumenti porre in essere per garantire gli adeguati standard di sicurezza.

Con il nuovo “pacchetto sicurezza” il Consiglio dei Ministri ha approvato la fine delle limitazioni e delle restrizioni al Wi-Fi pubblico (oggi superate dall’evoluzione tecnologica) imposte dal decreto Pisanu al fine di contemperare l’esigenza della libera diffusione con quelle della sicurezza.

Il decreto Pisanu stabilisce infatti che il proprietario di un bar o di un altro esercizio o luogo pubblico (biblioteche, piazze, aree di servizio, …) che voglia offrire ai propri utenti una connessione senza fili (Wi-Fi) a Internet, prima debba richiedere una speciale licenza al questore, poi “procedere all’identificazione previa esibizione di documento” di ogni singolo cliente, infine conservare su un apposito registro informatico tutti i dati “relativi alle attività di navigazione”. Se le postazioni sono al massimo tre, la procedura è semplificata dalla possibilità di tenere un registro di navigazione cartaceo.

In questo modo si impongono lunghe procedure burocratiche sia al titolare che al fruitore, tanto che  l’Italia si pone in una posizione di coda rispetto agli altri Paesi democratici come numero di connessioni Wi-Fi libere. Ovviamente non può mancare un criterio di identificazione – come specificato anche dal Ministro Maroni – in quanto necessario per esigenze di sicurezza, ma dovranno essere adottati dei sistemi più immediati per una semplificazione della procedura.

In attesa delle decisioni operative da parte del Governo, possiamo fare delle ipotesi.
La licenza, che oggi il titolare dell’esercizio pubblico deve richiedere, potrebbe essere sostituita da una denuncia ad effetto immediato.
Per l’autenticazione si potrebbe utilizzare il sistema del “grattino”: con un codice che l’utente deve inviare via sms per ottenere a sua volta il codice di accesso. In questo modo verrebbe sicuramente semplificata la procedura di concessione, senza incidere sulla tracciabilità, comunque necessaria per motivi di sicurezza.

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